UniCredit è una delle principali banche italiane dotata di grandi potenzialità e con un posizionamento unico in Europa. Si tratta sostanzialmente di una società pubblica, controllata all'85% da investitori professionali, di cui la maggioranza è ubicata fuori dall'Italia. Le azioni di UniCredit S.p.A. sono quotate sulla borsa regolamentata di Milano (ma anche Francoforte e Varsavia).
Nel momento in cui scrivo, il titolo quota euro 10,77. Investire in azioni UniCredit è profittevole? Si possono fare interessanti guadagni acquistando oggi un pacchetto di azioni per rivenderle nei prossimi mesi? Con questo articolo condivido con te le mie riflessioni.
Tieni conto che non farò riferimento ad azioni da comprare e vendere in giornata. La mia riflessione è rivolta verso un investimento a lungo termine.
Il business di UniCredit
UniCredit S.p.A. nasce nel 1998 dalla integrazione tra Credito Italiano S.p.A., fondato nel 1870 con il nome di Banca di Genova, e Unicredito S.p.A., holding che deteneva le partecipazioni di controllo in Banca CRT, CRV e Cassamarca. Da allora la crescita della società è stata significativa non soltanto in Italia ma anche in Europa dando vita, così, al Gruppo UniCredit.
Nel 2016 è stato avviato un importante processo di trasformazione denominato Transform 2019. Gli obiettivi fissati dal piano si sono basati su presupposti fondati su cinque pilastri strategici:
- rafforzare e ottimizzare il capitale, per allinearsi ai coefficienti patrimoniali delle migliori G-SIFI;
- migliorare la qualità dell’attivo, con misure incisive per affrontare i problemi ereditati dal passato attraverso una proattiva riduzione del rischio;
- trasformare il modello operativo, aumentando il focus sui clienti, semplificando e snellendo al contempo prodotti e servizi;
- massimizzare il valore di banca commerciale, capitalizzando il potenziale derivante dalla base clienti retail, dallo status di banca di riferimento per i clienti corporate in Europa Occidentale, dalla leadership consolidata in Europa Centrale e Orientale e dalle opportunità di cross-selling tra linee di business e diversi Paesi;
- adottare un Corporate Center di Gruppo snello, ma con forte potere di guida e controllo tramite specifici KPI.
Il successo nell’implementazione del piano Transform 2019 è stato confermato anche dal miglioramento del rating di Unicredit S.p.A. da parte di S&P e Moody’s.
Uno dei pilastri del piano strategico 2016-2019 è l’aumento di capitale in opzione a pagamento fino ad un ammontare complessivo di 13 miliardi.
Il 23 gennaio 2017 si è dato avvio al raggruppamento di azioni ordinarie e di risparmio basato sul rapporto di 1 nuova azione ordinaria o di risparmio ogni 10 azioni ordinarie o di risparmio esistenti.
Sotto l’aspetto economico, nel primo semestre del 2017, il recupero della crescita globale ha guadagnato slancio grazie ad una dinamica dei mercati emergenti migliore rispetto a quanto inizialmente previsto. Ciò ha sostenuto i flussi commerciali globali, che hanno iniziato a espandersi al ritmo più forte dal 2011, fornendo nuovi impulsi alla crescita economica in un buon numero di Paesi.
Il rilancio della rete, poi, ha sostenuto le dinamiche commerciali registrando un numero di clienti in sostanziale crescita e un aumento dell’erogazione di nuovi prestiti.
Nel 2018 la ripresa globale ha perso slancio sebbene il Pil mondiale abbia continuato a espandersi. La principale incertezza è derivata dalla decelerazione del commercio globale a causa delle crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Unicredit ha continuato a spingere sulla realizzazione del piano strategico Transform 2019. Uno dei pilastri fondamentali del piano è stato l’aumento del capitale da 13miliardi di euro.
Nel 2019 comincia la vendita del capitale azionario di Fineco. Si tratta del primo passo di una serie di articolate misure finanziarie in preparazione del piano strategico 2020-2023, che si focalizza sul rafforzamento e la crescita della base clienti.
Fra le principali novità del 2021 si segnala la nomina di Pietro Carlo Padoan quale Presidente del Consiglio di Amministrazione e di Andrea Orcel quale Amministratore Delegato. Nominato, inoltre, Lamberto Andreotti quale Vice Presidente con funzioni vicarie.
Nel primo trimestre 2021 si assiste ad un rialzo dei ricavi (4,7miliardi, +10,6% trim/trim, + 7,1% a/a) grazie ai proventi da attività di negoziazione e dalle commissioni a livelli record (1,7mld, +4,3% a/a, il livello più alto di commissioni raggiunto da oltre cinque anni nonostante il perdurare del lockdown). Tutto ciò ha più che compensato l’impatto di condizioni di mercato ancora sfavorevoli per il margine di interesse.
I costi operativi sono diminuiti del 3,1% su base annua grazie a una costante attenzione alla disciplina dei costi. Risultato di gestione in crescita del 20,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Parlando di UniCredit, ho trovato molto interessante la lettura di UniCredit, una storia dell’economia italiana. Dalla Banca di Genova al Credito Italiano 1870-1945, libro di Piero Barucci che mette in evidenza la Banca durante i drammatici anni del cosiddetto risanamento bancario (1921-1933), quando gli uomini politici e i banchieri del tempo dovettero assumersi responsabilità inconsuete nel mezzo di una crisi storica come fu quella che travagliò il mondo intero durante gli anni Venti del Novecento.
Risultato netto di Gruppo
Era il 2016 e l'Istituto avviava un processo di profonda trasformazione che lo ha portato a inserire in bilancio poste straordinarie per 13,1 miliardi di euro (di cui 8,1 miliardi di crediti deteriorati) e a chiudere l'esercizio con una perdita netta contabile pari a euro 11,8 miliardi. Ma era quello un anno pieno di eventi così imprevedibili da rendere incerta ogni ipotesi di futuro: la tenuta del settore bancario, lo scossone della Brexit, gli sconvolgimenti in Medio Oriente e numerosi attacchi terroristici.
Negli anni successivi il Gruppo ha presentato risultati netti positivi. Per trovare il segno meno occorre scorrere l’analisi fino al 2020 quando, a causa delle restrizioni dovute all’emergenza Coronavirus, l’esercizio è stato chiuso con una perdita di 2,8miliardi di euro.
Costi operativi
Il piano Transform 2019 ha previsto, nel corso degli anni, la riduzione del personale attraverso piani di pre-pensionamento volontario, nonché la chiusura delle filiali e l'espansione del numero dei clienti (sostenuta grazie al rilancio della rete).
Le spese per il personale sono passate da 7,1 miliardi del 2016 a 6 miliardi del 2020 con un abbattimento del 15%. Analogamente anche le altre spese amministrative sono state ridotte del 34% passando da 4,9 miliardi del 2016 a 3,2 miliardi del 2020.
Nel periodo 2016-2020 i costi operativi sono diminuiti del 21% (da 12,5 miliardi a 9,8 miliardi).
Ricavi
Nel 2020 l’attività economica ha rispecchiato le diffuse restrizioni correlate al COVID-19 presenti in tutte le geografie. Il conto economico operativo ha subito un impatto anche sui ricavi che, rispetto al 2019, si registrano in diminuzione (-9%) per effetto del calo dell’attività di negoziazione a causa delle eccezionali condizioni dei mercati. La diminuzione è stata marginalmente compensata dal calo dei costi operativi (-1,2%), in diminuzione grazie alla continua rigorosa disciplina nella gestione della spesa.
Trading azioni UniCredit
In questo articolo puoi leggere alcune considerazioni personali relative al titolo UniCredit. Quando ti parlo di considerazioni personali non intendo dire che ti dirò esattamente quando comprare e vendere azioni UniCredit. Piuttosto, diffida di tutti quelli che sostengono di conoscere il momento esatto in cui acquistare o vendere azioni.
Quello che hai letto e che leggerai nel prosieguo di questo testo non vuole essere in alcun modo un invito all’investimento. Ti ricordo che gli investimenti in azioni sono rischiosi e possono comportare la perdita del tuo investimento. È bene, prima di decidere di investire, di portare a compimento alcune attente riflessioni.
Nel 2018 le azioni UniCredit hanno avuto una tendenza ribassista seguendo la volatilità che ha investito l’Italia per l’aumento del rischio-Paese. In particolare, tra il mese di gennaio 2016 e il mese di dicembre 2020, le azioni UniCredit hanno perso il 70% del suo valore.
Interessante notare come il titolo dal 1° gennaio 2021 al 9 giugno 2021 abbia registrato una crescita di oltre il 40%, di gran lunga superiore al FtseMib.
Puoi trovare un utile esempio operativo su azioni UniCredit nel libro Fare trading con le opzioni. Operare sui mercati finanziari in modo professionale e consapevole di Luca Stellato. L’autore, in particolare, analizza il titolo UniCredit facendo ricorso ad un grafico giornaliero a candele con le sole due medie mobili a 20 e 200 sedute. Più nel dettaglio, l’analisi condotta ci porta a riflettere su una strategia basata sulla MM200 che si presenta positivamente inclinata e che, dopo ampi swing sulla MM20, evidenzia una ripartenza dei prezzi al rialzo, con individuazione di breakout delle medie e supporto statico a sostenere il rialzo.
Ma ritornando a noi e all’analisi delle azioni UniCredit, risulta opportuno evidenziare che nel 2021:
- la distribuzione ordinaria è pari a euro 447 milioni;
- la distribuzione in contanti di euro 268 milioni è stata pagata il 21 aprile 2021;
- la distribuzione tramite riacquisto di azioni proprie di euro 179 milioni, approvata da BCE e Assemblea degli Azionisti, dovrebbe essere completata entro la fine del 3° trimestre 2021.
In aggiunta, l’Assemblea degli Azionisti ha approvato in aprile una distribuzione straordinaria da eseguirsi non prima del 1° ottobre 2021 per un importo di euro 652 milioni, interamente sotto forma di riacquisto di azioni proprie, soggetto ad approvazione della BCE.
Alla chiusura del 9 giugno 2021 il titolo segna euro 10,77 e, alla luce di quanto fino ad ora considerato, non mi sorprenderebbe se, da qui ad un anno, il titolo raddoppiasse il proprio valore, con una sensibile accelerazione nell’ultimo trimestre del 2021.
Sono, tuttavia, molti i fattori che potrebbero influenzare l’andamento del titolo. Occorre fare molta attenzione alla crescita dell’Eurozona nel 2021 e alla successiva espansione nel 20211. In Italia la campagna vaccinazione contro il COVID-19 prosegue a rilento; tuttavia si percepisce un allentamento graduale delle misure di contenimento.
Sotto l’aspetto economico, i danni all’attività indotti dagli ultimi lockdown sembrerebbero essere stati più contenuti di quanto previsto mentre, attualmente, è in atto un recupero molto forte per il settore manifatturiero. Ciò potrebbe indurre a ritenere che il Pil dell’area Euro potrebbe recuperare il suo livello pre-crisi intorno alla metà del 2022.
Attenzione, infine, alle politiche espansive della Banca Centrale Europea.
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