Mettere a reddito la propria abitazione nel 2024: le opportunità degli affitti brevi

Bed & breakfast

Mettere a reddito la propria abitazione nel 2024: le opportunità degli affitti brevi Nel 2024, gli affitti brevi rappresentano un’opportunità sempre più interessante per mettere a reddito la propria abitazione. Grazie alla crescente domanda di soluzioni abitative flessibili e all’avvento di piattaforme online dedicate, è possibile guadagnare affittando la propria casa per brevi periodi a turisti o viaggiatori d’affari. Scopriamo insieme come sfruttare al meglio questa opportunità.

Locazioni brevi nel 2024

La crescita di piattaforme come Airbnb ha rivoluzionato il mercato degli affitti brevi, rendendo più accessibile ai proprietari di immobili l’ingresso in questo settore. Grazie alle piattaforme di condivisione molti proprietari possono affittare la loro abitazione a turisti e viaggiatori per periodi brevi, senza dover passare attraverso le tradizionali agenzie immobiliari.

Questa facilità di accesso ha portato a un aumento significativo del numero di persone che vedono nelle locazioni turistiche un’opportunità di reddito aggiuntivo. Non solo i proprietari di seconde case ma anche coloro che possiedono una stanza libera o un appartamento inutilizzato possono trarre vantaggio da questa tendenza. Inoltre, le piattaforme come Airbnb offrono strumenti di gestione e marketing che semplificano ulteriormente il processo, permettendo ai proprietari di raggiungere un vasto pubblico globale.

Tuttavia, questa crescita ha anche sollevato alcune preoccupazioni. In molte città, l’aumento degli affitti brevi ha contribuito alla riduzione della disponibilità di alloggi a lungo termine, facendo salire i prezzi degli affitti e creando tensioni con le comunità locali. Alcune amministrazioni locali hanno risposto introducendo regolamentazioni più severe per controllare il fenomeno e garantire che gli affitti brevi non abbiano un impatto negativo sul mercato immobiliare e sulla qualità della vita dei residenti.

Secondo un’indagine condotta da Confesercenti, il settore delle strutture ricettive alternative, comprendente case vacanze, affittacamere e bed & breakfast, ha registrato una crescita significativa tra il 2014 e il 2024. In questo decennio, il numero di imprese attive nel settore turistico ricettivo è aumentato del 147%, arrivando a un totale di 34.975 unità.

Nelle città con una popolazione superiore ai 250.000 abitanti, le imprese di ricettività diffusa sono aumentate del 204%, passando da 2.823 a 8.579 unità in dieci anni. Anche i comuni di medie dimensioni, con una popolazione compresa tra 50.000 e 250.000 abitanti, hanno visto una crescita notevole del 196% nello stesso periodo. Infine, le località intermedie, ossia i comuni con una popolazione tra 15.000 e 50.000 abitanti, hanno registrato un incremento del 182%. Numeri dei quali ho avuto modo di parlarne anche in un precedente articolo, quando ti parlavo della nuova legge sugli affitti brevi in arrivo in Italia.

In particolare, le grandi città hanno beneficiato di questo trend grazie alla loro capacità di attrarre turisti internazionali e a un aumento degli eventi culturali e commerciali. Questo ha creato un ambiente favorevole per lo sviluppo delle strutture ricettive alternative, che rispondono in modo flessibile alle esigenze dei visitatori.

Si tratta di dati che riflettono una tendenza crescente verso forme di alloggio più flessibili e personalizzate - quali possono essere i bed & breakfast - che spesso offrono esperienze più intime e autentiche rispetto alle tradizionali strutture alberghiere. Diversi fattori possono spiegare questa espansione, tra cui la crescente domanda turistica, l’attrattività delle città italiane e la diffusione di piattaforme online che facilitano la prenotazione e la gestione di queste strutture.

La crescita è stata anche sostenuta dalla normativa italiana sugli affitti brevi, che in alcuni casi ha semplificato i requisiti per aprire e gestire le strutture ricettive, rendendo più accessibile per gli imprenditori l’ingresso in questo settore.

Cedolare secca 2024

Decidere di affittare un immobile è una scelta che può generare un reddito interessante. Chi vuole avviare questo business deve essere consapevole che ciò comporta anche una serie di obblighi fiscali. Tra le varie opzioni disponibili, la cedolare secca è una delle più diffuse, soprattutto per la sua semplicità. Si tratta di un regime fiscale agevolato che sostituisce l’IRPEF ordinaria e le relative addizionali regionali e comunali. Optando per questa forma di tassazione, il proprietario dell’immobile paga un’imposta unica e forfettaria sul canone di locazione percepito.

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto diverse novità che possono essere a tuo vantaggio. A partire da quest’anno, infatti, la cedolare secca sugli affitti brevi ha subito una modifica significativa. Originariamente, il decreto legge n. 50/2017 prevedeva un’aliquota del 21% per i redditi derivanti da locazioni brevi. Tuttavia, con le nuove disposizioni, è stata introdotta una seconda aliquota più elevata del 26%. Questa nuova tassazione si applica specificamente ai proprietari che affittano più di un immobile per brevi periodi durante l’anno. Con la conseguenza che:

  • l’aliquota del 21% rimane valida per chi affitta una sola unità immobiliare per periodi inferiori a 30 giorni;
  • la nuova aliquota del 26%, invece, si applica alle locazioni brevi degli immobili diversi dal primo (l’individuazione di tale unità immobiliare deve avvenire nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta interessato).

Questa misura mira a bilanciare il mercato degli affitti brevi, garantendo che non ci sia un impatto negativo sulla disponibilità di alloggi a lungo termine e sui prezzi degli affitti nelle aree urbane. Inoltre cerca di evitare che i proprietari sfruttino eccessivamente il regime agevolato della cedolare secca per ottenere profitti elevati senza contribuire adeguatamente al fisco.

La cedolare secca sugli affitti brevi si applica solo se in un anno si affittano immobili per periodi non superiori a 30 giorni e, comunque, fino a quattro appartamenti. Superata la soglia numerica, l’attività si considera in ogni caso svolta in forma imprenditoriale. In riferimento a ciò, potrebbe interessarti anche l'articolo che ti spiega quando aprire una partita IVA con gli affitti brevi.

Ti ricordo che le locazioni brevi sono contratti di locazione di immobili a uso abitativo, situati in Italia, di durata non superiore a 30 giorni e stipulati da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa. La disciplina della cedolare secca è applicabile anche ai contratti che, oltre alla concessione dell’immobile, prevedono alcuni servizi accessori ritenuti strettamente collegati alla locazione, quali ad esempio la fornitura di biancheria, la pulizia dei locali, la concessione dell’utilizzo delle utenze telefoniche o del wi-fi.

La locazione deve in ogni caso riguardare unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali da A1 a A11 (esclusa A10 - uffici o studi privati) locate a uso abitativo e le relative pertinenze (box, posti auto, cantine, soffitte, eccetera). Sono esclusi, quindi, gli immobili che, pur avendo i requisiti per essere destinati a uso abitativo, sono iscritti in una categoria catastale diversa.

Codice CIN affitti brevi

Dallo scorso 3 giugno 2024 è possibile richiedere il Codice Identificativo Nazionale (CIN) per la pubblicazione di annunci delle strutture ricettive e degli immobili destinati a locazioni brevi o turistiche attraverso la piattaforma BDSR (Banca Dati delle Strutture Ricettive). Benché questa sia una soluzione già adottata da diverse Regioni (ad esempio, è già previsto l'obbligo CIR in Sicilia), questa fase iniziale è in via sperimentale e rappresenta un passo significativo verso la regolamentazione e la trasparenza del settore.

Il CIN è un codice alfanumerico unico che serve a identificare ogni struttura ricettiva o immobile destinato a locazione breve. Il formato del CIN è standardizzato, il che significa che, affinché sia possibile garantire che il sistema sia efficace e facilmente integrabile a livello nazionale, tutte le Regioni e le Province autonome devono adeguarsi a questa specifica modalità di codifica. I titolari delle strutture ricettive e i locatori possono accedere alla piattaforma BDSR utilizzando la propria identità digitale (SPID, CIE o CNS). Una volta effettuato l’accesso, possono visualizzare tutte le strutture collegate al proprio codice fiscale, integrare eventuali dati mancanti e procedere all’ottenimento del CIN.

Mettersi in regola con la normativa sugli affitti brevi non è solo un obbligo ma rappresenta una vera e propria opportunità per valorizzare al meglio il proprio patrimonio immobiliare. Ricorda che l’Agenzia delle entrate effettua controlli sempre più frequenti e le sanzioni per chi opera in nero possono essere molto salate. Per evitare spiacevoli eventi, puoi scaricare subito il mio ebook dal titolo Mettere a reddito il proprio immobile con affitti brevi e bed & breakfast. Il testo ti aiuta a comprendere meglio la disciplina delle locazioni brevi e a organizzare la tua attività, ottimizzando i costi e massimizzando i ricavi.

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Questo è l'ebook perfetto per chi vuole mettere a reddito il proprio immobile (o semplicemente alcune camere disponibili all’interno della propria abitazione principale) attraverso la formula degli affitti brevi o del bed & breakfast. Il testo espone la disciplina di:
  • locazioni brevi, ossia i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a trenta giorni, ivi inclusi quelli che prevedono la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, stipulati da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o che gestiscono portali telematici;
  • bed & breakfast, ossia una struttura ricettiva a conduzione e organizzazione familiare che fornisce al proprio ospite il servizio di alloggio e prima colazione utilizzando parti della stessa unità immobiliare in cui dimora il proprietario;
  • strutture ricettive con le caratteristiche della civile abitazione, ossia affittacamere, agriturismo, albergo diffuso, appartamento ammobiliato per uso turistico, casa per ferie, casa religiosa, casa vacanze, country house e residenze di campagna.

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