La riforma pensionistica ha modificato l'approccio dei lavoratori dipendenti con il trattamento di fine rapporto di lavoro ossia la liquidazione che il datore di lavoro deve riconoscere al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Parto dall’inizio: nel 1996, con la Riforma Dini, si è passati dal sistema retributivo a quello contributivo, il che vuol dire che mentre in principio si andava in pensione con un assegno mensile pressoché simile allo stipendio, successivamente alla riforma l’importo dell’assegno mensile è basato su conteggi effettuati sugli effettivi contributi versati. In questo modo chi andrà in pensione potrà fare affidamento su un assegno pari al 40-50% dello stipendio. Nasce, così, l’esigenza di considerare, unitamente alla previdenza obbligatoria, una previdenza complementare. Anche per questo è stata data la possibilità di destinare il proprio TFR ad un fondo pensione o mantenerlo in azienda.
TFR
Ho scritto questo articolo per aiutarti a fare una scelta e comprendere quale sia l'opzione migliore tra TFR in azienda o fondo. Il TFR può rimanere nelle casse aziendali solo nelle imprese fino a un massimo di 50 dipendenti. Saranno loro, infatti, che potranno scegliere se lasciare il TFR in azienda o destinarlo ad un fondo pensione. Per le aziende con dipendenti superiori a 50 unità il datore di lavoro dovrà trasferire il montante di tutti i dipendenti presso il fondo di tesoreria istituito dall’Inps anche nell’ipotesi in cui il lavoratore abbia optato per il mantenimento del TFR in azienda.
→ Leggi anche TFR dove metterlo.
Il TFR lasciato in azienda è soggetto a periodica rivalutazione al tasso dell’1,50% a cui si aggiunge una componente variabile pari al 75% del tasso di inflazione. Gli importi lasciati a maturare sono soggetti a tassazione sulla base delle aliquote Irpef vigenti.
I lavoratori potranno richiedere anticipi fino al 70% del TFR maturato per sostenere spese sanitarie o per l’acquisto della prima casa. Il datore di lavoro potrà concedere l’anticipo solo ad un numero di persone inferiore al 10% degli aventi diritto e comunque entro il limite massimo del 4% di tutti i dipendenti. Il lavoratore non può chiedere anticipi se non ha almeno 8 anni di servizio.
Fondi pensione
L’alternativa al trattamento di fine rapporto di lavoro è il fondo pensione. Esistono due tipi di fondi pensione:
- ad adesione collettiva;
- ad adesione individuale.
I primi, a loro volta, si distinguono in negoziali e di categoria. Ciò che li contraddistingue sono, sostanzialmente, i rendimenti e le commissioni applicate per la gestione dei fondi.
→ Legge anche Fondo pensione quale scegliere.
Analogamente al TFR, anche nel caso dei fondi pensione è possibile richiedere un anticipo del 75% per l’acquisto dell’abitazione o per spese sanitarie (è in ogni caso prevista l’iscrizione al fondo da almeno 8 anni) e del 30% per ulteriori esigenze. In merito alla tassazione si fa riferimento ad un’aliquota ridotta che diminuisce per ogni anno di partecipazione al fondo oltre il quindicesimo e può anche arrivare al 9%.
Il lavoratore iscritto al fondo usufruisce di una forte deducibilità. Al momento del pensionamento il capitale riscosso totalmente o parzialmente sotto forma di rendita.
Silenzio assenso
Manifestando la tua scelta puoi destinare il TFR al fondo penione. Qualora, invece, non manifesti alcuna scelta ai fini della destinazione del TFR, viene considerata, per default, l’autorizzazione ad aderire alla linea previdenziale del fondo di previdenza collettiva. Se non è stato costituito alcun fondo, il TFR andrà in un fondo residenziale gestito dall’Inps.
In ragione del prelievo forzato, all’azienda è riconosciuta una deduzione dal reddito d’impresa in percentuale al TFR trasferito. Inoltre le aziende sono esonerate dal versamento al fondo di garanzia.
Una volta scelta la destinazione del proprio TFR ad un sistema di previdenza complementare alternativo all’azienda i lavoratori non potranno più tornare indietro. È possibile, invece, trasferire il maturando tra i differenti fondi ovvero tra le differenti linee di investimento (ossia previdenziale, bilanciato e aggressivo) dopo 24 mesi di permanenza al fondo di appartenenza. Chi invece sceglie di lasciare il proprio TFR in azienda potrà, in ogni momento, optare per i fondi pensione.
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Pertanto, che tu sia un lavoratore autonomo o un lavoratore dipendente, con il testo che ti ho appena suggerito avrai modo di imparare le regole per aderire al fondo pensione, predisporre i versamenti volontari o conferire il TFR e godere delle agevolazioni fiscali riservate a chi sceglie questo strumento.
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