Il bilancio, per quanto completo ed esaustivo possa essere, non sempre rappresenta la dinamica finanziaria dell’impresa e l’attività di investimento e del funzionamento. Per questo occorre integrarlo con un documento chiamato rendiconto finanziario il cui scopo è quello di riassumere gli impieghi e le fonti di finanziamento. Il documento, divenuto obbligatorio per alcune società nel 2015, può essere redatto seguendo le linee guida fornite dal principio contabile OIC 10.
Obbligo di redazione del rendiconto finanziario
Il D.Lgs. n. 139 del 2015 ha riformulato l'articolo 2423 del codice civile e introdotto l'obbligo di redazione del rendiconto finanziario come parte integrante del bilancio di esercizio. Inoltre, dopo l'articolo 2425-bis, il codice civile è stato arricchito dell'articolo 2425-ter secondo cui dal rendiconto finanziario risultano, per l'esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente, l'ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all'inizio e alla fine dell'esercizio, ed i flussi finanziari dell'esercizio derivanti dall'attività operativa, da quella di investimento, da quella di finanziamento, ivi comprese, con autonoma indicazione, le operazioni con i soci.
Obbligo ed esenzione
Le società che redigono il bilancio in forma abbreviata e le micro imprese sono esonerate dalla redazione del rendiconto finanziario. In particolare il rendiconto è obbligatorio per società di capitali e società che redigono il bilancio consolidato mentre sono esonerate le società di capitali che redigono il bilancio in forma abbreviata, le micro imprese e le società di persone.
Forma e contenuto del rendiconto finanziario
Il rendiconto finanziario, la cui forma e contenuto sono previsti dal principio contabile OIC 10, deve evidenziare le cause di variazione, positive o negative, delle disponibilità liquide avvenute in un determinato esercizio confrontandole con quelle dell'esercizio precedente. Più nel dettaglio, il rendiconto finanziario deve fornire informazioni utili per valutare la situazione finanziaria della società o del gruppo nell'esercizio di riferimento e la sua evoluzione negli esercizi successivi
Variazione del Capitale Circolante Netto
I Principi Contabili prevedono, fra l’altro, la redazione di un prospetto che rileva la variazione del Capitale Circolante Netto. La variazione può essere calcolata secondo due metodi. Il primo metodo mette a confronto la differenza di capitali permanenti e immobilizzazioni nette di due esercizi differenti:(Capitale permanente esercizio n – Debiti a breve esercizio n) – (Capitale permanente esercizio n-1 – Debiti a breve esercizio n-1)
Il secondo metodo mette a confronto la differenza tra Attivo circolante e Debiti a breve di due esercizi differenti:(Attivo circolante esercizio n – Debiti a breve esercizio n) – (Attivo circolante esercizio n-1 – Debiti a breve esercizio n-1)
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